Le batterie caricano il nostro pianeta, ma a quale prezzo?
28/08/2020

Le batterie caricano il nostro pianeta, ma a quale prezzo?

L’obiettivo della mobilità elettrica è terminare la nostra dipendenza dai combustibili fossili, ma c’è un prezzo ambientale da tenere in considerazione.
La sfida di Audi è trovare nuovi modi per rendere la produzione di batterie e il loro smaltimento il più pulito possibile per l’ambiente. Per quanto la corsa all’elettrico abbia aumentato la sua velocità, c’è ancora molto da fare per ottenere un impatto neutro sull’ambiente.

Il litio è la soluzione che stiamo cercando?

Al momento questo metallo è il più utilizzato per le batterie di auto elettriche, cellulari, tablet e PC portatili. Il motivo è presto detto: queste batterie si caricano velocemente, sono facili da smaltire e hanno una densità di energia maggiore rispetto alle normali pile alcaline.

Non a caso il litio è stato nominato “oro bianco” dagli investitori e ha visto il suo prezzo aumentare a dismisura tra il 2016 e il 2018. Il suo processo di estrazione dalla crosta terrestre, per quanto semplice, richiede tuttavia un grande utilizzo di acqua e un lasso di tempo che va da 18 a 24 mesi.

Proprio per ottimizzare l’utilizzo di queste batterie, Audi sta cercando soluzioni secondarie per sfruttare al meglio tutta la loro potenza. Ad esempio, alcuni elementi possono essere estratti per installarli in altri tipi di veicoli, come quelli adibiti al trasporto interno di componenti nei magazzini o nelle industrie.

Il riciclo di queste batterie è dunque estremamente importante per poterle sfruttare fino alla fine, mentre a livello di sviluppo si sta cercando di renderle sempre più compatte, così da centellinare l’uso di litio e soprattutto cobalto, estremamente costoso.

I supercondensatori al grafene sono davvero super?

Mentre alcuni scienziati studiano metodi per ottimizzare l’uso del litio, altri guardano più avanti sperimentando su campioni come i supercondensatori al grafene. Per quanto il loro nome sembri qualcosa di spaziale, questi potrebbero risolvere i problemi energetici del pianeta.

Invece di trattenere energia elettrica sotto forma di potenziale chimico (come fanno le batterie alcaline e al litio), questi supercondensatori sfruttano un campo elettrico, simile al modo in cui viene a crearsi elettricità statica sulla superficie dei palloncini.

Il grafene è inoltre estremamente resistente nonostante la sua leggerezza. Il suo prezzo è stimato in grande rialzo entro il 2022, con compagnie cinesi e spagnole che già puntano a utilizzarlo per laptop e ciclomotori elettrici.

Tuttavia c’è un grande problema: i supercondensatori, compresi quelli al grafene, non riescono a trattenere energia elettrica a lungo, con cali drastici di autonomia. Se è frustrante quando succede al vostro smartphone, provate a immaginare cosa possa significare su un veicolo elettrico. Non è il massimo, vero?

Potremmo trattenere elettricità in una batteria ugualmente pulita?

Una batteria in grado di essere pratica ed ecosostenibile potrebbe sembrare un Sacro Graal, eppure il gruppo di innovatori olandesi di AquaBattery sembra aver trovato qualcosa di simile. La Blue Battery accumula potenza proprio nell’acqua e potrebbe essere utilizzata per immagazzinare tutta l’energia elettrica pulita che l’Olanda produce, in un modo sostenibile al 100%. Ma come funziona?

Facendo passare corrente elettrica attraverso acqua salata, questa viene divisa in una soluzione più salina e in acqua pura. È un processo noto come elettrodialisi. Nella seconda fase c’è un’inversione del processo: quando le due acque sono combinate, l’energia accumulata viene rilasciata e convertita in corrente elettrica grazie a speciali membrane.

Si tratta di una tecnica molto semplice e sicura che permette di accumulare grandi quantità di energia elettrica per permettere l’uso quando necessario, ad esempio per soddisfare il fabbisogno di centrali elettriche cittadine.

Il direttore di AquaBattery David Vermaas ha grandi ambizioni, soprattutto in un posto come l’Olanda dove acqua di mare e acqua dolce di incontrano e rappresentano un valido potenziale.

Le batterie al litio rappresentano ancora la soluzione più pratica, eppure potremmo ritrovarci in futuro a ricaricare le batterie proprio grazie al supporto di tecnologie come quelle di AquaBattery. La speranza è che si possa trovare un giorno il modo per viaggiare elettricamente in modo 100% ecosostenibile.


Nel frattempo, l’intera produzione di Audi e-tron a Bruxelles è ormai carbon neutral. Inoltre, più del 90% di cobalto e nickel presenti nelle sue batterie può essere recuperato e riciclato per la produzione di nuove batterie. Ciò permette di risparmiare anche sulle emissioni di anidride carbonica.

Audi è inoltre impegnata in varie iniziative e campagne con altri partner per migliorare ogni passo della catena produttiva, dall’estrazione dei minerali in aderenza ai diritti umani fino alle leggi che preservano la salute dell’ambiente.

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