Audi è riconosciuto come marchio leader nella tecnologia di illuminazione e l'attenzione che pone al design delle luci è uno dei segreti del suo successo.
L'ultima frontiera di questa ricerca tecnologica è la digitalizzazione delle luci posteriori OLED, che permettono di modificare il modo in cui l'auto comunica con l'ambiente e gli altri utenti della strada.
"Audi ha individuato presto il potenziale della tecnologia OLED per le luci posteriori e non ha mai smesso di lavorare alla sua digitalizzazione. Siamo l'unico costruttore ad aver sviluppato in modo strategico e sistematico questa tecnologia, per portare su strada un'illuminazione sempre più evoluta” spiega Stephan Berlitz, Responsabile dello Sviluppo dell'illuminazione Audi.
Gli OLED - Organic Light Emitting Diodes - sono luci che contengono minimo due elettrodi, di cui almeno uno trasparente. Questi elettrodi sono costituiti da molti strati sottilissimi di materiali organici semiconduttori.
Gli strati, che sono spessi meno di un millesimo di millimetro (sono diverse volte più sottili dei capelli umani), emettono luce grazie al passaggio di corrente continua in bassa tensione a tre o quattro Volt.
A differenza dei LED, che sono singoli punti luce, gli OLED sono radiatori a pannello: per questo sono più efficienti, più leggeri e più omogenei.
Inoltre, grazie all’elevato contrasto, sono predisposti per essere impiegati come display esterni, permettendo alla vettura di comunicare.
“Con la digitalizzazione delle nostre luci posteriori OLED, possiamo utilizzare la luce per comunicare con altri utenti della strada, per esempio con l'indicazione di prossimità. E questo è solo l'inizio” aggiunge Berlitz.
Un'altra caratteristica degli OLED è che possono essere configurati liberamente e possono essere divisi in maniera precisa in segmenti. Questo consente ai progettisti una grande libertà e permette di definire nuove funzioni di illuminazione dinamica.
Grazie alla digitalizzazione dei proiettori, gli utenti Audi sono stati i primi ad avere la possibilità di selezionare una ‘firma’ individuale delle luci posteriori nel configuratore. In concreto, la ‘firma’ – realizzata secondo le preferenze dell’utente - viene inviata all'elettronica dell'auto, dopodiché attraverso la rete bus le luci posteriori la ricevono e la disegnano controllando ogni singolo segmento OLED.
“Il design esterno è il primo elemento che colpisce, quello che stabilisce il collegamento iniziale. Per questo deve trasmettere istantaneamente i valori del brand: emozione, progresso, sportività e qualità. In questo le luci sono fondamentali e hanno un significato speciale, perché rendono riconoscibile l'auto anche di notte e a grande distanza, mentre si avvicina. L'illuminazione evidenzia subito di che modello si tratta, ma con la digitalizzazione si può andare oltre, perché le firme luminose si adattano perfettamente al marchio e al carattere del rispettivo modello, ma permettono anche agli utenti di esprimere loro stessi e i loro stati d'animo grazie alle sequenze individuali” racconta Cesar Muntada, Responsabile del Light Design Audi.
Ma le luci posteriori digitali OLED fanno molto di più che consentire al guidatore di scegliere la propria firma preferita.
Con l'indicazione di prossimità , rendono anche la guida più sicura: se l'Audi Q5 o A8 si è fermata e un'altra auto (o utente della strada) arriva a meno di due metri da dietro, tutti i segmenti OLED si attivano automaticamente. Questo rende la superficie visibile dell'auto più grande, rendendola molto più facile da vedere.
Il futuro dell'illuminazione OLED prevede ancora più possibilità di personalizzazione e una nuova dimensione di comunicazione con gli utenti della strada.
Questo sarà possibile grazie al maggiore numero di segmenti nelle luci OLED digitali stesse e a maggiore livello di connettività dell'auto in generale.
La prossima generazione di Audi, per esempio, sarà in grado di rilevare situazioni di pericolo imminente, come la presenza di ghiaccio, e le luci posteriori avvertiranno chi segue.
Attualmente la tecnologia permette di realizzare solo pannelli OLED bidimensionali, ma i nuovi substrati flessibili permetteranno di realizzare anche luci posteriori flessibili. La tridimensionalità non solo amplierà le opportunità di comunicazione e personalizzazione, ma permetterà anche alle luci di integrarsi ancora meglio nelle forme dell'auto.
Fonte MoDo Volkswagen Group